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PROGETTO CENTRO MAMMA PINA
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L'Idea

È del 2014 la prima idea di costruire, o adattare, un edificio per avviare un Centro di Accoglienza per le donne che subiscono violenza domestica.

Il problema è molto diffuso in Capo Verde: le donne che subiscono percosse e maltrattamenti nella propria abitazione sono numerose. Il tema è discusso in varie assemblee, conferenze, workshops, ma il Governo non ha i mezzi per reagire e controbattere questa piaga dilagante.

La creazione e il lavoro di Associazioni mirate possono aiutare ‘a sopportare il male’, ma non sono pronte ad affrontare concretamente questo disagio.

L’idea è quella di trasformare la Casa Amicizia di Santa Cruz in una casa per ospitare queste donne. La struttura, creata con stanze per essere adibita a b&b e dare lavoro alle mamme di Casa Manuela Irgher, è l’edificio ideale.

Inizialmente si intessono rapporti di collaborazione con le responsabili dell’Icieg (Istituto Capoverdiano per l’Uguaglianza e l’Equità dei Generi) di Praia coinvolgendo anche il vice-Sindaco di Santa Cruz. Dopo vari incontri, basati sulla programmazione dei differenti compiti e sul ‘chi deve fare e che cosa’, si contatta il Comando Centrale della Polizia perché una loro assistenza è basilare. E qui, purtroppo, sorge lo scoglio più grande, tanto grande quanto insormontabile: la Polizia, delegando l’onore alla stazione di Santa Cruz, non è preparata per assumersi un compito così delicato e costante. Oltretutto, il via-vai di poliziotti e le possibili ‘incursioni’ dei mariti (o comunque dei compagni) che destabilizzano l’armonia della Casa, possono creare situazioni di disagio poco consone con la normale vita di Casa Manuela Irgher.

L'Idea

È del 2014 la prima idea di costruire, o adattare, un edificio per avviare un Centro di Accoglienza per le donne che subiscono violenza domestica.

Il problema è molto diffuso in Capo Verde: le donne che subiscono percosse e maltrattamenti nella propria abitazione sono numerose. Il tema è discusso in varie assemblee, conferenze, workshops, ma il Governo non ha i mezzi per reagire e controbattere questa piaga dilagante.

La creazione e il lavoro di Associazioni mirate possono aiutare ‘a sopportare il male’, ma non sono pronte ad affrontare concretamente questo disagio.

L’idea è quella di trasformare la Casa Amicizia di Santa Cruz in una casa per ospitare queste donne. La struttura, creata con stanze per essere adibita a b&b e dare lavoro alle mamme di Casa Manuela Irgher, è l’edificio ideale.

Inizialmente si intessono rapporti di collaborazione con le responsabili dell’Icieg (Istituto Capoverdiano per l’Uguaglianza e l’Equità dei Generi) di Praia coinvolgendo anche il vice-Sindaco di Santa Cruz. Dopo vari incontri, basati sulla programmazione dei differenti compiti e sul ‘chi deve fare e che cosa’, si contatta il Comando Centrale della Polizia perché una loro assistenza è basilare. E qui, purtroppo, sorge lo scoglio più grande, tanto grande quanto insormontabile: la Polizia, delegando l’onore alla stazione di Santa Cruz, non è preparata per assumersi un compito così delicato e costante. Oltretutto, il via-vai di poliziotti e le possibili ‘incursioni’ dei mariti (o comunque dei compagni) che destabilizzano l’armonia della Casa, possono creare situazioni di disagio poco consone con la normale vita di Casa Manuela Irgher.

Il progetto

E così la Casa di accoglienza delle donne vittime di violenza domestica è rimasta un sogno nel cassetto sino all’estate del 2018 quando il cassetto è stato riaperto e l’ambiente scelto, pur se ridimensionato nella struttura, sono state le due stanze a pano terra della Casa Mare, la stanza n.ro 5 e la 6. Nulla è cambiato rispetto ai programmi originali, i propositi, la collaborazione con la Polizia, lo stretto rapporto con gli istituti giudiziari.
A ricordo della madre di padre Ottavio, il nuovo sito porta il nome di ‘Mamma Pina’ e, purtroppo, è una casa destinata ad espandersi.

Il progetto

E così la Casa di accoglienza delle donne vittime di violenza domestica è rimasta un sogno nel cassetto sino all’estate del 2018 quando il cassetto è stato riaperto e l’ambiente scelto, pur se ridimensionato nella struttura, sono state le due stanze a pano terra della Casa Mare, la stanza n.ro 5 e la 6. Nulla è cambiato rispetto ai programmi originali, i propositi, la collaborazione con la Polizia, lo stretto rapporto con gli istituti giudiziari.
A ricordo della madre di padre Ottavio, il nuovo sito porta il nome di ‘Mamma Pina’ e, purtroppo, è una casa destinata ad espandersi.